La selettività dei cibi, un pericolo per la salute del bambino e la sostenibilità ambientale

Il ruolo della famiglia e della scuola per un percorso di educazione alimentare

L’alimentazione dei bambini rappresenta l’elemento fondamentale per un loro corretto processo di crescita assieme all’impronta genetica e al movimento. Tuttavia un problema di tipo comportamentale che si riscontra spesso nelle abitudini alimentari dei nostri bambini è la selettività, vale a dire il rifiuto di certi alimenti con ricadute sia in termini nutrizionali sia di sprechi. Il bambino che rifiuta frutta, verdura, pesce e legumi – cibi sicuramente salutari per il modello alimentare mediterraneo – può evolvere verso due situazioni: o mangia sempre di meno rifiutando sempre più alimenti crescendo tendenzialmente magro e arrivando in alcuni casi a definire quadri clinici particolari, oppure nel caso più frequente non mangia certi alimenti prediligendo solo carboidrati come pasta, pane, patate e va verso l’obesità che oggi rappresenta il primo problema nutrizionale della popolazione italiana, se è vero che circa un terzo dei nostri bambini è in sovrappeso o già obeso. L’obesità non è poi solo un problema riguardante il futuro adulto ma già in età pediatrica si correla a una serie di complicanze che vanno dal fegato grasso a livelli elevati di insulina ad alterazione dei grassi, quindi colesterolo e trigliceridi alti e livelli elevati di pressione. Quindi portare il bambino ad avere una alimentazione più varia possibile significa promuoverne la salute e anche ridurre gli sprechi. Alla base ci deve essere ovviamente un percorso di educazione che riguarda la famiglia fin dai primi momenti della vita del bambino, sapendone gestire l’alimentazione ed educandolo successivamente a conoscere i vari alimenti. Davanti al rifiuto di un cibo non va detto semplicemente “mangialo” ma invece va accompagnato a sperimentare un percorso di familiarizzazione multisensoriale con il cibo. Quindi il bambino va invitato a partecipare alla spesa con il genitore, a lavare, toccare e odorare il cibo attivando così olfatto, vista e tatto per conoscere un determinato alimento. Dopodiché con l’assaggio verrà attivato il gusto, portandolo pian piano ad accettare quel tipo di alimento.

È fondamentale che il bambino venga coinvolto presto in questa esperienza, quando comincia a mangiare la pappa dopo lo svezzamento del primo anno di vita. Per esempio va stimolata la sua curiosità nella preparazione di piatti colorati e simpatici lasciando che il bambino possa toccare il cibo. Successivamente fra i due e i quattro anni quando il bambino dice “no” a tante cose tra cui anche i cibi, è fondamentale che il genitore sappia proporre in una maniera ludica anche alimenti non graditi, facendo sperimentare il bambino e aiutandolo a preparare quel piatto, senza rimandare la questione perché altrimenti nascono dei problemi. Con l’età scolare e poi adolescenziale la palla passa direttamente al bambino che diventa lo chef, scegliendo assieme al genitore e diventando colui che prepara e assaggia. Attraverso questa esperienza multisensoriale possiamo cambiare il regime alimentare dei nostri bambini, da una parte quindi riducendo le problematiche nutrizionali e metaboliche legate al sovrappeso o a un deficit denutrizionale di tipo vitaminico e di minerali, dall’altra per esempio limitando lo spreco a scuola favorendo una società sostenibile. Anche la scuola ha infatti un compito preciso nel favorire tale percorso: non servono tante regole o nozioni relative al contenuto di un alimento, serve invece che il pasto a scuola diventi un momento educativo, favorendo queste esperienze per esempio davanti al rifiuto dei bambini di mangiare la frutta come spuntino. Si potrebbero organizzare dei “macedonia party” nei quali i bambini avrebbero una esperienza di socializzazione lavorando sulla preparazione della frutta e arrivando all’assaggio. L’opera di educazione anche alimentare portata avanti dalla famiglia e dalla scuola è dunque fondamentale nella società di oggi in termini di salute del bambino e di sostenibilità ambientale.

Dott. Giuseppe Morino
Pediatra e dietologo, responsabile della Unità Operativa di Educazione Alimentare presso l’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma

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